La Tuscia è un territorio che comprende il Lazio settentrionale ed alcuni territori di confine tra Toscana e Umbria. Il termine “Tuscia” non è altro che un sinonimo di Etruria, entrambi i termini si riferiscono alla terra originariamente abitata dagli etruschi, detti appunto anche “tusci”. Giuro che non lo dico perché sono di parte, visto che io abito proprio qui, in un paesino di poco meno di diecimila abitanti, ma vi posso assicurare che questa zona è ricca di tesori storici, artistici e naturali che un vero appassionato di viaggi non può non visitare almeno una volta nella vita. Ne ho elencati 5 che non potete assolutamente lasciarvi sfuggire!
1. Palazzo Farnese di Caprarola
Una delle ville più importanti del Rinascimento Barocco di tutta Europa si trova nel piccolo borgo di Caprarola situato sul versante meridionale dei Monti Cimini. Commissionato dal cardinale Alessandro Farnese nel 1500 e terminato solamente nel 1575, il Palazzo è uno dei maggiori esempi di villa rinascimentale “manierista”. Nel complesso l’edificio si compone di 5 piani. Le pareti ed i soffitti, in particolare quelli del piano dei prelati e del piano nobile, sono magnificamente affrescati, vere e proprie opere d’arte, realizzate dai pittori più importanti dell’epoca. Uno dei capolavori della Villa è sicuramente la splendida “Scala Regia”, una scala elicoidale, corredata da colonne doriche e mirabilmente affrescata che termina con una cupola molto suggestiva. Una delle stanze affrescate più grandi ed affascinanti di Palazzo Farnese è la Sala dei Mappamondi dove sono rappresentate le carte geografiche di tutti i continenti, o meglio di tutti i continenti conosciuti all’epoca, infatti non vi sono l’Australia e la Nuova Zelanda, scoperte circa 50 anni più tardi. Il cardinale Alessandro Farnese incaricò dell’esecuzione Giovanni Antonio da Varese detto “il Vanosino”. Ma come avrà fatto a ricostruire il planisfero con tanta dovizia e tanta precisione? Sicuramente con le carte dei grandi navigatori di quel tempo, Amerigo Vespucci, Ferdinando Magellano, Marco Polo, Cristoforo Colombo e Ferdinando Cortez, anch’essi ritratti sopra le porte e le finestre. Incredibile vero?





2. Parco dei Mostri di Bomarzo
Nel 1552 Pier Francesco Orsini, appartenente ad una delle famiglie più importanti della Tuscia, decise di ideare un giardino meraviglioso per il suo grande amore Giulia, che morirà pochi anni dopo. Il compito di realizzare il parco fu affidato all’architetto napoletano Pirro Ligorio, successore di Michelangelo nella fabbrica di San Pietro ed autore del progetto di Villa d’Este a Tivoli. La particolarità del parco sta nel fatto che presenta uno stile di difficile collocazione, un parco che sembra pensato quasi per perdersi. Gli studiosi concordano sul fatto che sia un “unicum” nel suo genere, discostandosi nettamente dalla tipologia dei Giardini all’italiana del tempo. Qui tutto è sorpresa, non c’è una vera e propria regolarità geometrica, non vi sono lunghi viali abbelliti da fontane, i diversi elementi sono tra loro svincolati da qualsiasi rapporto prospettico e non sono accomunati da alcuna coerenza di proporzioni. Come se non bastasse, disseminati lungo i viali senza alcuna spiegazione, vi sono innumerevoli indovinelli e simboli che fanno pensare all’esistenza di un utilizzo segreto del giardino. La sua ambiguità tende trappole che mirano ad ingannare, ma anche a costringere a pensare. Entrare nel Parco dei Mostri è un’esperienza unica, tra la fiaba ed il grottesco. Sembra di essere una “Alice” caduta nella tana del coniglio, un paese delle meraviglie meno vittoriano e molto più inquietante.

3. Viterbo, la città dei papi
Viterbo, la capitale della Tuscia, nonché centro storico medioevale più grande d’Europa, è nota anche come la “città dei papi“. Infatti proprio qui venne spostata la sede papale nel 1257 da Papa Alessandro IV che decise di allontanarsi da Roma per evitare sommosse e ostilità che erano ormai all’ordine del giorno. Il Palazzo dei Papi è una delle principali attrazioni di Viterbo: pensate che ospitò la più lunga elezione papale della storia durata ben 1006 giorni (dal 1268 al 1271). Il popolo viterbese, esasperato per le marcate contrapposizioni dei cardinali che non riuscivano a trovare un accordo, decise di chiuderli dentro, ridurre drasticamente il loro vitto ed infine addirittura di scoperchiare il tetto del palazzo. Il termine “conclave”, dal latino cum clave, cioè “chiusi a chiave”, è stato coniato proprio in questa occasione. La grande religiosità di Viterbo si esprime attraverso la processione dedicata a Santa Rosa, protettrice della città, ogni 3 settembre, quando una torre a lei dedicata, alta circa trenta metri, cinquanta quintali di peso, illuminata dalla luce viva di tante fiammelle, viene portata a spalla da oltre cento coraggiosi uomini lungo un difficile percorso di oltre un chilometro. Si tratta della processione della “Macchina di Santa Rosa“, evento unico al mondo, nato nel 1258 ed oggi considerato Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO.
Oltre alla religiosità, al suo centro storico medioevale, alle mura merlate che la circondano ed agli splendidi edifici in peperino, pietra tipica delle costruzioni viterbesi, ciò che caratterizza Viterbo e ne enfatizza l’aura magica è l’acqua termale. Le famose “Terme dei Papi“, dalle proprietà benefiche e curative, sono frequentate sin dal medioevo e citate persino nella Divina Commedia di Dante come ricorda una lapide all’ingresso.
P.S. A pochi chilometri da Viterbo, circa 15 minuti di auto, c’è un piccolo tesoro nascosto che non molti turisti conoscono, si tratta delle “Cascate di Chia“. Immerse nel bosco, sono raggiungibili a piedi attraverso un breve sentiero, anche se non troppo chiaro ed a volte intralciato da tronchi d’albero e rovi. Ma basta seguire il rumore dell’acqua per ritrovarsi di fronte ad una sorgente piena di piccole cascate. L’atmosfera è molto suggestiva, tra lo scroscio dell’acqua, le pareti rocciose ed i raggi del sole che s’infilano nelle piccole fessure create dalle foglie degli alberi.



4. La città che muore, Civita di Bagnoregio
Civita di Bagnoregio è divenuta famosa per essere “la città che muore”. Il borgo è infatti costruito su un blocco di tufo ed argilla che lentamente negli anni è destinato a scomparire a causa dell’erosione. Civita di Bagnoregio è considerato uno dei borghi più belli d’Italia e, nonostante conti solamente 11 abitanti, ogni anno viene visitato da migliaia di turisti da tutto il mondo, meravigliati dal suo aspetto fuori dal tempo e dall’atmosfera magica che si percepisce passeggiando per i suoi vicoli rimasi praticamente immutati dal medioevo. Per raggiungere il paesino occorre attraversare un ponte lungo 200 metri che attraversa la suggestiva “Valle dei Calanchi“, scavata da millenni di erosione dell’acqua.

5. Lago di Bolsena
Non può mancare nell’itinerario della Tuscia una sosta rilassante sul Lago di Bolsena, lago vulcanico più grande d’Europa e costellato di piccoli borghi, come Marta con il suo tranquillo lungolago e Capodimonte, uno dei centri storici più caratteristici della zona. Il Lago di Bolsena vanta un ambiente naturale molto vario e pressoché incontaminato che lo rendono, inoltre, uno dei pochi laghi d’Italia a essere completamente balneabile. Per gli amanti della buona cucina, inoltre, è possibile gustare una grande varietà di piatti a base di pesce offerti dalle numerose piccole trattorie poste sulle sue rive. Se invece siete in vena per un giro in barca, in poco tempo potrete raggiungere con un battello le due isole del lago: l’Isola Martana e l’Isola Bisentina, ricche di natura incontaminata, storia e leggende misteriose. La più famosa è la leggenda della regina dei Goti Amalasunta, che tradita ed uccisa sull’Isola Martana nel 535 d.C., pare che ancora oggi si aggiri per l’isola sotto forma di fantasma. Purtroppo oggi le isole, essendo private, non sono visitabili, ma è possibile comunque avvicinarsi per ammirarle in tutto il loro splendore.



Che zona incredibile, praticamente fiabesca.
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Bellissima!
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Bellissimo posto! Ciao 🙂
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