Esiste un modo per disinnamorarsi? Io non riesco proprio a venirne fuori, non c’è niente da fare, non lo supero. Dicono che ci vuole tempo, che in fondo è solo una questione di ricordi, che ci vuole pazienza e un po’ di distanza e alla fine passerà. Beh, io ci ho messo 12.000 chilometri di distanza, ma anche dopo quasi un anno da quando l’ho lasciata, il mio amore incondizionato per Buenos Aires non ne vuole proprio sapere di appassirsi. La “città della furia”, come la chiamano in un loro testo i Soda Stereo, leggendaria rock band argentina, ha un fascino molto particolare, a lei sono state dedicate canzoni e poesie, ed è oggetto di emozioni contrastanti, c’è chi la odia e chi la ama, ma nessuno ne rimane indifferente. In fondo lo capisco Borges quando diceva “Buenos Aires mi piace talmente tanto che non mi piace che piaccia ad altre persone”. Eh sì, è un amore un po’ geloso quello che suscita la capitale argentina, ma voglio essere generosa e condividere con voi i miei luoghi preferiti della città, quelli a cui sono più affezionata ed ai quali sono legati dei ricordi che mi accompagneranno per tutta la vita.
Recoleta
Recoleta è stato il primo quartiere in cui ho abitato a Buenos Aires nel 2013, è un quartiere residenziale molto chic, con negozi di alta moda e grandi viali alberati. Alcuni dicono che ricordi Parigi con i suoi grandi palazzi in stile vittoriano ed i caffè con i tavolini all’aperto. Sebbene sia una zona molto costosa, per una questione di sicurezza e soprattutto di comodità vista la vicinanza con la mia università, avevo deciso di affittare un appartamento in quella zona, provocando una serie di battute da parte dei miei amici argentini che iniziarono scherzosamente a chiamarmi “la cheta”, epiteto con il quale si indicano le ragazze dei quartieri alti, e diciamolo, anche un po’ con la puzza sotto al naso. Nonostante ciò, vivere lì mi piaceva, soprattutto a primavera, quando fioriscono gli alberi di Jacarandà, fiore tipico dell’emisfero sud del mondo, che dipingono tutto il quartiere di viola. Amavo uscire a fare merenda con caffè e medialunas (croissants) in uno dei tanti bar della zona, passeggiare per Plaza Francia dove il fine settimana si svolge il mercato dell’artigianato locale e che nelle giornate di sole si riempie di famiglie, amici e coppie che bevono mate e si godono il bel tempo seduti sul prato, fare un giro nel Centro Cultural Recoleta, dove c’è sempre qualche evento interessante o cenare in uno dei locali che si affacciano sul famoso cimitero. So che può sembrare un po’ macabro, ma tranquilli, non c’è niente di morboso! Il cimitero de La Recoleta non è un cimitero come tutti gli altri, bensì una delle più famose attrazioni turistiche della città, con le tombe delle più grandi celebrità del Paese, tra cui quella di Maria Eva Duarte de Perón, conosciuta in tutto il mondo come Evita. Si tratta di un cimitero monumentale in stile vittoriano neoclassico, con mausolei solenni e tombe sontuose, molte di interesse artistico. Pensate che negli anni Settanta il livello di attrazione di questo luogo era così forte per i porteños, vale a dire gli abitanti di Buenos Aires, che esisteva la moda di acquistare appartamenti con vista sulle tombe! Ancora oggi, locali, bar, discoteche e un centro commerciale intero si affacciano sul cimitero (accanto al quale si trova anche l’Hard Rock Cafè). Ma è del tutto normale!
P.S. tra le attrazioni che si trovano nella zona c’è il Museo delle Belle Arti, la Biblioteca Nazionale, la più importante dell’Argentina e l’avveniristica scultura metallica di un fiore gigante che si apre tutte le mattine quando sorge il sole e si richiude al tramonto, illuminandosi di rosso: la Floralis Genérica.
Avenida Corrientes
Il piano per un Sabato sera perfetto a Buenos Aires per me comprendeva pizza e teatro. Prendevo la metro B, scendevo alla fermata Carlos Pellegrini, all’altezza dell’obelisco e attraversavo la strada più larga del mondo, la Avenida 9 de Julio. Il traffico, la confusione e le luci dei maxischermi pubblicitari mi facevano girare la testa, ma non importava, dopo pochi passi mi trovavo in piena Avenida Corrientes, la strada in cui si susseguono solamente teatri, librerie e pizzerie, praticamente il paradiso. Non mi restava che scegliere quale spettacolo andare a vedere tra commedie, musical, opere drammatiche o romantiche, concerti o balletti. Ne ho visti di tutti i tipi e nessuno mi ha mai delusa. L’offerta culturale di Buenos Aires è sicuramente la più ricca del Sudamerica e una delle migliori del mondo. Non parlo solo di spettacoli teatrali, con una media di 7.000 all’anno e con 3 milioni di spettatori (secondo il quotidiano “La Nación”), ma anche di libri, basti pensare che Buenos Aires è la città con più librerie per abitante al mondo (World Cities Culture Forum). Vi sono poi dei piccoli tesori nascosti che ho scoperto solo recentemente: per esempio all’altezza del civico 1660 di Avenida Corrientes si apre una galleria che sbuca in un cortile segreto, una specie di bolla, lontana dai rumori del traffico e della strada, si tratta del Paseo La Plaza, un centro culturale all’interno del quale vi è un complesso di teatri, bar e ristoranti con un’offerta culturale e gastronomica ricchissima.
Una volta uscita dal teatro, non importava l’ora, l’appetito si faceva sentire, così entravo in una delle tante pizzerie di Avenida Corrientes. La più famosa è la pizzeria “Güerrin” che si presenta “umilmente” con una scritta in italiano a grandi lettere che recita: “la migliore pizza del mondo”, anche se di italiano ha ben poco. Ecco, a proposito, scordatevi la pizza italiana! Non voglio far paragoni perché si tratta di due piatti completamente diversi, ma andate preparati! La pizza argentina ha una base molto alta e morbida, il pomodoro è quasi impercettibile, sommerso da una quantità esagerata di formaggio (amici argentini, smettetela di chiamarlo “mozzarella”!) Inoltre la pizza è “para compartir”, cioè si condivide: una pizza intera sfama quattro persone, non fate l’errore di ordinare una pizza solo per voi, vi guarderanno come pazzi. Piccola curiosità: in Argentina non è possibile bere un caffè in piedi al bar, perché non esiste il bancone, che invece esiste nelle pizzerie, dove è molto comune mangiare una porzione di pizza “al paso”, cioè in piedi.
P.S. se avete voglia di un gelato, il migliore in assoluto si trova da “Cadore” (Avenida Corrientes 1695, di fronte al Paseo La Plaza) unico vero gelato artigianale italiano in tutta la città, prende il nome dal paese di provenienza della famiglia Olivotti, gli immigrati italiani che la fondarono nel 1881 e che continuano a tramandare le ricette di generazione in generazione. Solo qui potete trovare gusti tipicamente italiani come nocciola, torroncino o tiramisù.
Plaza Serrano
Nel cuore del quartiere più “hipster” di Buenos Aires, Palermo Soho, dove le vie Borges e Honduras si incrociano, si trova una piazzetta con dei giochi per bambini, circondata da bar e ristoranti con i tavoli all’aperto, si tratta della Plazoleta Julio Cortazar, anche se tutti la conoscono ancora con il suo nome originale, Plaza Serrano. Spesso, quando abitavo a Villa Crespo, un quartiere adiacente, camminavo fin qui, mi piaceva scattare foto ai murales incredibili che decorano la maggior parte del quartiere, rinomato proprio per la “street art”, facevo un giro tra i negozi e le boutique vintage o nel coloratissimo mercatino della piazza e poi mi fermavo per un aperitivo in una delle tante birrerie artigianali, era il luogo perfetto per ritrovarsi con gli amici e passare una serata in compagnia.
P.S. Quando ero stanca di mangiare asado argentino ed empanadas, mi recavo in uno dei miei locali etnici preferiti: il ristorante messicano Xalapa (via El Salvador 4800), o il venezuelano Caracas Bar (via Guatemala 4802), e se invece mi veniva voglia di mangiare una vera, o quasi vera, pizza napoletana, a San Paolo Pizzeria (via Uriarte 1616) non rimanevo mai delusa!
Il Centenario
Il “Parque Centenario” è un grande parco circolare con un laghetto artificiale nel mezzo e una grande fontana, non ha nulla di speciale, se non che si trova esattamente di fronte all’appartamento nel quale ho vissuto per un anno nel quartiere di Villa Crespo. Era il mio posto preferito del quartiere, non c’è stata settimana nella quale non abbia trascorso almeno un pomeriggio o una mattina seduta sul prato di quel parco. D’inverno andavo a passeggiare o a leggere, d’estate indossavo il costume e mi stendevo sul prato con la musica nelle orecchie, sperando di prendere un po’ di tintarella. A volte andavo con i miei amici e passavamo ore seduti a chiacchierare davanti al laghetto, altre volte andavo sola e mi perdevo ascoltando le conversazioni delle persone intorno a me: ho assistito alla nascita e alla fine di molte storie d’amore, ho visto bambini muovere i primi passi e, tra un mate e l’altro ho sentito tante storie di vita. Durante i mesi più caldi, nel parco vengono organizzati corsi gratuiti di salsa, yoga e arti marziali. Il fine settimana si riempie di gente, c’è chi porta la chitarra, chi canta, chi gioca a pallone tra venditori di gelati, popcorn, panini e palloncini. Nel frattempo intorno al parco i venditori ambulanti si preparano ad allestire le bancarelle per il mercato della domenica. Le mie preferite erano quelle di libri usati, ma ce ne sono veramente di ogni tipo, credo di aver comprato nel mercato del Centenario le cose più svariate, dalle calze alle presine per la cucina. Sebbene non sia un posto turistico, il Parque Centenario, rimane uno dei miei preferiti, un contenitore di storie di vita vera di quartiere tra cui un pezzo della mia.
P.S. accanto al Parque Centenario si trova il Museo delle Scienze Naturali di Buenos Aires, il più importante del Paese. (Avenida Ángel Gallardo 470)
Ateneo Grand Splendid
Ricordo che un giorno in cui fui sorpresa dalla pioggia mentre mi trovavo nella mia amata Recoleta, probabilmente a far shopping, entrai per trovare riparo in quella che da fuori sembrava una semplice libreria, invece non appena entrai ricordo che rimasi senza parole. Wow! Quella era la libreria più bella del mondo! E non lo dico io, ma il National Geographic. Si tratta dell’ Ateneo Grand Splendid (Avenida Santa Fe, 1860) un antico teatro trasformato negli anni ’90 in un vero e proprio tempio dei libri. La particolarità è che una volta entrati si ha ancora la sensazione di stare in un teatro, con tanto di palchetti in cui soffermarsi a leggere. Sul palcoscenico è invece stato allestito un bar. La vista dall’ultimo piano è incredibile, anche se non siete amanti dei libri, di sicuro questo posto vale la pena almeno una visita.
San Telmo
Uno dei quartieri più antichi e tradizionali della città si trova a pochi passi dalla Casa Rosada, la casa del governo, e si tratta di San Telmo. Qui ogni domenica si realizza il più grande e variegato mercatino dell’artigianato della città, ma non è questo il motivo per cui si trova nella mia lista. Quello che più amavo di questo quartiere era passeggiare per le sue stradine ferme nel tempo, prendermi un frullato nel Mercato chiuso, o un caffè a Plaza Dorrego mentre assistevo a spettacoli di tango improvvisati. La domenica venivo volentieri a mangiarmi un “choripan“, un panino con la salsiccia, nelle “parrillas“, grigliate improvvisate nei parcheggi all’aperto lungo la via principale in cui si svolge il mercatino delle pulci, con tanto di tavolini, ombrelloni o grandi teli per ripararsi dal sole e musica dal vivo. Il fumo della carne mi faceva lacrimare gli occhi e l’odore impregnava tutti i miei vestiti, ma era troppo buono per farne a meno!
P.S. Da non perdersi nel quartiere: la Casa Mínima, cioè la casa più stretta della città, larga solo 2,5 metri (Pasaje San Lorenzo 380); il Pasaje Defensa, uno degli esempi meglio conservati di una residenza tipica di San Telmo, risalente al 1880; il Paseo de la Historieta, dove ci si può scattare una foto con Mafalda, simbolo del fumetto argentino, il cui autore viveva proprio in questo quartiere.
Tigre
Tigre in realtà è un’altra città, a Nord di Buenos Aires, ma facilmente raggiungibile con circa 40 minuti di treno. Tigre nasce sul delta del fiume Paranà, il nome deriva dalle tigri che abitavano la zona prima di essere cacciate dai primi insediamenti umani. Il Puerto de Frutos, l’antico porto che consentiva il trasporto di frutta e legno lungo il corso del Paranà, è oggi un importante mercato dell’artigianato sulla sponda del fiume che nei fine settimana si affolla di porteños che vengono qui a fare acquisti. La città che è una meta turistica frequentata durante tutto l’anno, è ricca di bar e ristoranti sul lungofiume. Vi è anche un parco giochi con tanto di scivoli e piscine, un casinò, gallerie d’arte e negozi di antiquariato. Vi è anche la possibilità di realizzare delle escursioni in barca verso alcune delle numerose isole del delta, o praticare canottaggio. Molte isole dispongono di ristoranti ed hotel, mentre in altre isole private, situate lungo i numerosi canali, vengono ostentate eleganti e sfarzose ville. Mi piaceva venire qui a passare una giornata differente, soprattutto in estate, andavo con un paio di amiche, portavamo il mate (immancabile) e passavamo la giornata a chiacchierare all’ombra di qualche albero lungo il fiume.
P.S. da provare la gelateria “Via Toscana” (Paseo Victoria 470) con i suoi gelati dalle dimensioni spropositate! Grazie alla mia amica Pilar per avermela fatta conoscere!
Belgrano e il Barrio Chino
Sembrerà strano che lo inserisca nella mia lista visto che il quartiere di Belgrano, situato a nord di Buenos Aires, è un tipico quartiere residenziale abbastanza moderno, pieno di spazi verdi e abitato dalla classe medio-alta della città. Non ha nulla di particolarmente accattivante o turistico, se non per il quartiere asiatico, Chinatown, conosciuto qui come “Barrio Chino“, ricco di negozi e ristoranti cinesi. Nonostante ciò, a questo quartiere sono particolarmente legata perché è qui che vive una delle mie migliori amiche argentine. A Belgrano ho trascorso tutte le festività e molti fine settimana in compagnia della mia amica Aru e della sua famiglia, abbiamo passeggiato insieme per il barrio chino, guardato le vetrine tra la Avenida Cabildo e Libertador, dove ci sono una quantità spropositata di negozi di scarpe (non ho mai capito perché), conversato dei nostri drammi amorosi e professionali e spettegolato su personaggi più o meno famosi. Da casa mia, nella zona di Villa Crespo, impiegavo quasi un’ora ad arrivare a Belgrano (cambiando vari mezzi di trasporto), eppure mi confortava sapere che una volta arrivata avrei trovato Aru intenta a scaldare l’acqua per il mate che ci avrebbe tenuto compagnia per tutto il pomeriggio. Faceva ormai parte della mia nuova routine.
P.S. Nel quartiere di Belgrano si trova una riproduzione della Statua della Libertà, realizzata dallo stesso scultore di quella newyorkese, il francese Frédéric Auguste Barthold (Plaza Barrancas de Belgrano)
La Costanera ed il Parco della Memoria
Per molto tempo, fino agli anni ’90, il Rio de la Plata, chiamato Rio (fiume), anche se in realtà è un estuario formato dai fiumi Uruguay e Paranà, è stato ignorato dai porteños, che hanno costruito la città senza valorizzare la zona della costa. La Costanera, cioè il lungofiume, era disabitato e in stato di completa decadenza, finché qualcuno non ha pensato bene di ripulirlo ed iniziare a costruirvi alti grattacieli e appartamenti lussuosi, dando vita così ad una zona modernissima: Puerto Madero, oggi uno dei quartieri della classe alta di Buenos Aires. Il governo dell’epoca aveva progettato inoltre di recuperare una parte del fiume per costruirvi il centro amministrativo della città. Ma nel 1984 questo progetto fu abbandonato e una grande quantità di macerie venne lasciata nella zona. Fu allora che la natura cominciò ad avanzare per riprendersi ciò che era suo. La vegetazione selvaggia riuscì a farsi strada tra le macerie fino a ricoprire una vasta area che oggi è la più grande riserva ecologica della città, la Reserva Ecológica Costanera Sur, un bosco di vegetazione fittissima dove la natura è stata lasciata crescere allo stato brado, una specie di oasi all’interno della città, con lagune, una grande varietà di piante e fiori e tantissimi tipi di volatili. Un posto perfetto per fuggire dal caos cittadino e respirare un po’ di aria pura.
Risalendo lungo la costa del fiume, all’estremo Nord della città, accanto all’aeroporto Jorge Newbery, si susseguono una serie di spazi verdi dove gli abitanti amano recarsi per rilassarsi e fare sport. All’interno dei parchi sono state adibite piste per gli skateboard e per i pattini, piste per giocare a hockey, per la scalata, per correre o andare in bici. Quello che amavo fare io invece, da viaggiatrice compulsiva quale sono, era sdraiarmi sul prato ad osservare gli aerei che decollavano e atterravano nell’aeroporto vicino, sembrerà strano ma era una cosa che mi rilassava.
Pochi chilometri più a Nord, sempre risalendo la costa, c’è un altro parco molto più importante, si tratta del Parque de la Memoria, costruito per ricordare le vittime della dittatura e del terrorismo di Stato della fine degli anni Settanta. È situato in una location non casuale, visto che era lì che venivano ritrovati i corpi dei prigionieri lanciati in mare dagli aerei della morte. Il parco, creato per volere di alcune organizzazioni di Diritti Umani, contiene varie sculture ed opere di artisti contemporanei, come la statua di un adolescente situata su una piattaforma galleggiante in mezzo al Rio de la Plata, a circa 70 metri dalla costa, in memoria di un ragazzo che fu arrestato insieme alla madre e mai più ritrovato. Oltre alle sculture, lunghe stele di porfido attraversano il perimetro del parco, come una ferita che emerge dal sottosuolo. Compongono il Monumento a las Víctimas del Terrorismo de Estado e raccolgono i nomi delle persone uccise e/o scomparse a opera della repressione perpetrata tra il 1969 e il 1983.
I giardini di Palermo
Come avrete notato, gli abitanti di Buenos Aires amano i parchi e gli spazi verdi, ce ne sono tantissimi in ogni punto della città e tutti molto curati. Ma di sicuro nessuno è paragonabile a “Los Bosques de Palermo“, il polmone verde della città. Una serie di parchi che si susseguono coprendo circa 400 ettari di terreno! Tra i giardini più belli ci sono: il Giardino Botanico, il Rosedal, il giardino delle rose, (ma solo in primavera) ed il Jardin Japonés, il Giardino Giapponese, che con le sue cascatelle, laghetti e bonsai è un piccolo gioiello nipponico. All’interno dei parchi vengono organizzati spesso concerti gratuiti ed altre manifestazioni come la grande parata di Natale per i bambini. Accanto al lago di Palermo, il grande lago artificiale del parco, si trova il Planetario Galileo Galilei, che con la sua forma particolarissima e circondato dal verde, offre anche dall’esterno una vista molto suggestiva. Piccola curiosità: all’interno del planetario vi è conservato un pezzo di roccia lunare che è stato riportato sulla Terra dalla missione Apollo XI e donato al planetario dal presidente americano, Richard Nixon.